I cretesi (Κρῆτες) è una tragedia perduta di Euripide, composta nel 435 a.C. Ne restano una decina di frammenti, tra i quali uno di circa quaranta versi.

Trama

Come in molti casi, nonostante alcuni dubbi, i frammenti della tragedia si possono ricollocare agevolmente grazie alla testimonianza di Igino, che affermaː

Dopo un prologo divino (forse recitato sia da Poseidone che da Afrodite, irati rispettivamente contro Minosse e Pasifae), Minosse scopre dalla Nutrice che sua moglie ha partorito un mostruoso neonato con la testa di toro. Manda, quindi, a chiamare un coro di suoi fedeli sacerdoti, che informa sull'accaduto e a cui chiede il da farsi.

Accusata pubblicamente dal marito, Pasifae risponde precisamente ad ogni accusa, ma, insensibile ai ripetuti ammonimenti del coro, Minosse decide che Pasifae e la Nutrice siano rinchiuse in un oscuro carcere e messe a morte senza indugio. Forse, dopo un colloquio nel quale Minosse rimproverava a Dedalo di aver messo la sua arte a servizio dell’insana passione di Pasifae, padre e figlio, rinchiusi nel Labirinto (ma evidentemente non sorvegliati), progettavano la fuga, ne preparavano i mezzi e la mettevano in atto nonostante le prudenti obiezioni di Icaro.

Note

Bibliografia

  • Euripide, I Cretesi, a cura di R. Cantarella, Milano, Istituto Editoriale Italiano, 1963.
  • Euripide, Cretesi, Introduzione, testimonianze, testo critico, traduzione e commento a cura di A. T. Cozzoli, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2001.

Voci correlate

  • Teatro greco
  • Tragedia greca
  • Euripide

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